SHIBUMI
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[…] “Come si raggiunge questo shibumi, signore?”
“Non lo si raggiunge, lo si… scopre. E solo pochi uomini d’infinita raffinatezza arrivano a scoprirlo […]
(dal libro “il ritorno delle gru” Trevanian).
È difficile aggiungere dell’altro di fronte a questa risposta che Nikolaj riceve dal generale.
Shibumi si... scopre, ti deve entrare dentro, abitarti e abitare insieme al tuo braccio, gamba e cuore, deve vivere con te: nel tuo corpo e nella tua mente. Insieme.
Shibumi non si può spiegare, perché è uno stato, un modo di essere, di comportarsi.
Shibumi è ovunque: nell’arte, nella filosofia, nel gesto quotidiano, ed anche nella parola e nel dialogo. Nella sobrietà del vivere.
Noi, però, apparteniamo alla cultura occidentale e cerchiamo sempre una spiegazione razionale, dobbiamo categorizzare con la mente. Ecco quindi la traduzione, per noi, della parola Shibumi : “Una grande raffinatezza sotto apparenze comuni”.
Una traduzione che comunque espleta un pensiero non di poco conto in una società come la nostra, dove ormai i valori sono diventati un po’ mercantili e di bassa lega. È un pensiero che indica sobrietà ed eleganza, al quale appartiene uno stile di raffinatezza, sensibilità e decisione, dove una non esclude mai l’altra.
Questo blog, dalle caratteristiche inconsuete, è stato chiamato Shibumi. forse con non poca presunzione da un certo punto di vista, ma con altrettanta semplicità dall’altra.
Quella semplicità che da sola è eleganza senza farci diventare sciatti, quella semplicità che ci fa acchiappare le idee e i pensieri che possono portare noi umani a rivedere e rispettare il mondo che ci ospita.
Tanta roba direbbero i giovani nel loro gergo moderno.
Tanta bellezza diciamo noi che apparteniamo al mondo del judo.